BREVE STORIA
DELL'ORDINE MARTINISTA UNIVERSALE
(Giovanni Aniel)
Tendenza umana È perdere la memoria degli
eventi, o, peggio, alterarne i contenuti. Dovere dunque di un testimone che
si sforzi di essere fedele e verace È tramandare ciò che in lui resta degli
eventi stessi. Questo, per quanto riguarda la storia recente dell'Ordine Martinista
Universale, È compito precipuo e particolarissimo del Decano dell'Ordine, che,
consultati anche i documenti ufficiali, ha avuto la possibilità di stilare il
testo che segue.
L'autore di queste note fu associato al Martinismo da Aloysius (Luigi Furlotti)
il 17 gennaio 1971, quando l'Ordine - in linea diretta con la filiazione di
Papus - si chiamava semplicemente Ordine Martinista e sul trono della Grande
Montagna di Venezia sedeva il Sovrano Gran Maestro Aldebaran (Gastone Ventura).
Da tempo, profonde incompatibilità dividevano il Gran Maestro dal Gran Maestro
Aggiunto Nebo (Francesco Brunelli) e gli echi di queste incomprensioni sono
chiaramente ed ampiamente percettibili nei libri che i due personaggi - che
erano senza dubbio i massimi esponenti del Martinismo italiano di quegli anni
- scrissero a sostegno delle rispettive posizioni. Il 31 ottobre di quello stesso
1971, comunque, sette Iniziatori, che non si riconoscevano più nella linea del
Gran Maestro, si riunirono a Roma per fondare l'Ordine Martinista di Lingua
Italica, il quale, rispetto alla struttura madre, si differenziava per un maggiore
impulso dato alle pratiche magico-teurgiche di Ambelain, di schietta ispirazione
martinezista, senza per questo allontanarsi troppo dalla linea, per così dire
devozionale, di Saint Martin. In sostanza si prendevano le distanze da Aldebaran,
accusato di tenere in piedi un Ordine nella linea di Papus, quasi per niente
operativo, ma basato, soprattutto, sulla speculazione filosofico-metafisica,
un Ordine, in definitiva, che in poco o nulla si discostava dalla Massoneria.
Ed ecco i nomi di quei sette Iniziatori: Aloysius (Luigi Furlotti), Nebo (Francesco
Brunelli), Sette, Lucius (Claudio Travaglini), Sirius (Giuseppe Rossi), Melkior
(Alessandro Gamerra) e Ignis. L'indicazione che in questo testo stiamo dando
del nome profano accanto a quello iniziatico sta a significare, in base ad una
consolidata tradizione non scritta, che la persona in questione È passata a
miglior vita. Dei due sopravvissuti a quell'incontro, nessuno fa attualmente
parte dell'Ordine Martinista Universale. All'unanimità, in quella circostanza,
Aloysius fu eletto Gran Maestro, Nebo designato Gran Maestro Aggiunto e Sette
Gran Segretario-Tesoriere. Vale la pena riportare i passi essenziali del verbale
che fu elaborato in occasione di quella storica riunione. "All'unanimità - si
legge nel verbale - i presenti decidono, onde continuare l'attività tanto fiorente
del Martinismo Italiano, di costituire, come costituiscono con atto decisionale,
l'ORDINE MARTINISTA DI LINGUA ITALICA come sezione nazionale italiana del Martinismo
Universale, nella strettissima e rigida osservanza della Tradizione Martinista
com'È stata tramandata dai Maestri Passati, primo fra tutti Louis Claude de
Saint Martin, in tutti i suoi aspetti (Martinezista, Willermozista e Martinismo
vero e proprio) in piena apertura e fraterna relazione con il Martinismo mondiale
in tutte le sue applicazioni e le sue derivazioni ed alleanze tradizionali quali
l'Ordine Cabalistico della Rosa+Croce, il Gran Priorato dei Cavalieri Beneficenti
della Città Santa, l'Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen e la Chiesa Gnostica
Apostolica Universale". E ancora: " I fratelli Iniziatori dovranno godere della
più ampia libertà nell'adozione di tecniche e forme ritenute idonee sia al loro
personale orientamento nel lavoro di ricerca, sia alla struttura psico-fisica
ed allo stato culturale dei propri discepoli, il tutto, naturalmente, nell'assoluto
rispetto dell'essenza dell'Iniziazione Martinista, la quale, specie nel suo
simbolismo, sarà codificata dal Gran Maestro ed approvata dal Collegio dei Superiori
Incogniti Iniziatori". Il verbale si conclude con l'"affermazione categorica
circa l'unicità dell'Ordine nell'ambito del territorio nazionale italiano e
assoluto divieto ai propri membri di accedere a polemiche con fratelli che,
pur sempre considerati tali in virtù dell'atto iniziatico, si sono posti su
di un piano antitradizionale con abuso di poteri".
Appena sei mesi dopo la riunione di Roma, all'età di 63 anni, il Gran Maestro
Aloysius morì. Era il 29 aprile 1972. Nel mese di settembre di quello stesso
anno, a Perugia, fu eletto Nebo, anch'egli con l'unanimità dei consensi. Nel
corso della stessa riunione fu varato il nuovo statuto dell'Ordine nel quale,
tra i provvedimenti più importanti si ribadisce che "il Gran Maestro ha solo
poteri delegati dal Supremo Collegio dei Superiori Incogniti Iniziatori di cui
È Presidente" e che "il Filosofo Incognito ha potere incondizionato sulla sua
Loggia in quanto ne È il Sole e il Padre". I dieci anni della Grande Maestranza
di Nebo (dal 1972 al 1982) furono caratterizzati da un'intensa e vivace attività
operativa e da una capillarità di interventi in quasi tutte le regioni italiane,
mai più eguagliate, al punto che si giunse ad avere in piedilista più di trecento
Martinisti attivi e operanti. I principali poli di attrazione dell'Ordine in
quegli anni furono principalmente Perugia (la città dove Brunelli viveva e svolgeva
il suo lavoro di medico) e Roma, dove l'attivissimo Ram (Vincenzo Mura) aveva
creato cinque Iniziatori e dove operavano anche Sette e Libertus; ma anche a
Milano, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Napoli, Taranto e Palermo le logge
fiorivano e gemmavano (cioÈ da una loggia se ne generavano altre) in quella
che non sembri enfatico definire una vera e propria primavera iniziatica. Nel
1973 Ram subentra nella carica di Gran Segretario-Tesoriere a Sette, che nel
frattempo È stato nominato Gran Maestro Aggiunto. Il 13 settembre 1974 l'Ordine
Martinista di Lingua Italica assume la denominazione di Ordine Martinista Antico
e Tradizionale per marcare con maggiore forza il distacco dall'Ordine cosiddetto
"di Venezia" di ispirazione papusiana.
A metà degli anni settanta viene elaborato da Nebo e distribuito il libro Daleth,
una sorta di vademecum teorico-pratico riservato agli Iniziatori. Nel 1975 Sette
si ritira dall'attività, Ram viene nominato Gran Maestro Aggiunto e nella carica
di Gran Segretario gli subentra Libertus (Renato Comin), sostituito a sua volta
nel 1976 da Ioram (Mario Bottazzi). Uno dei problemi iniziatici fondamentali
che Nebo non poté, o non fece in tempo a risolvere riguarda la creazione degli
Iniziatori. In sostanza si tratta di questo: avendo il Gran Maestro ricevuto
per delega dal Collegio degli Iniziatori il deposito e il potere iniziatico
dell'Ordine, toccherebbe esclusivamente a lui l'operazione magico-sacrale relativa
alla creazione di nuovi Iniziatori, ovviamente su indicazione vincolante dell'Iniziatore
che ha portato l'aspirante fino al terzo grado. Così accadeva in passato, ma
nella pratica, da qualche tempo ed esclusivamente per ragioni logistiche, nel
Martinismo italiano era invalso l'uso, da parte del Gran Maestro, di delegare
a sua volta questo compito ai singoli Iniziatori. Si tratta di un principio
antitradizionale contro il quale si pronunciò più di una volta l'attuale successore
di Nebo. A settembre del 1981, durante il Collegio degli Iniziatori che si tiene
a Città della Pieve, l'ultimo cui partecipa Nebo, il Gran Maestro fa mettere
a verbale il seguente testo: "Il Gran Maestro, dopo aver fatto presente che
gravi sono i momenti e grossi sono i problemi che il prossimo futuro riserva
all'umanità e che È compito delle tradizionali Assemblee Invisibili e delle
Associazioni Iniziatiche di svolgere un'opera di purificazione dell'aura del
nostro Paese affinché i futuri avvenimenti di progresso umano possano svolgersi
in un'atmosfera di minor tensione sul piano esoterico, crede giunto il momento
di porre al Consiglio Nazionale dei S.I.I. l'interrogativo se sia il caso di
ricercare la via per adire, nella più stretta osservanza delle tradizioni, ad
una forma di operatività superiore. I tempi sono maturi affinché ad una operatività
esoterica nel quaternario si accompagni una operatività sul piano eonico, e
rende manifesto l'intendimento della Assemblea dei Reau-Croix di richiamare
all'effettiva operatività l'Ordine degli Eletti Cohen. L'intendimento di questo
superiore Ordine interiore sarebbe quello di porre a disposizione di quei S.I.I.
che saranno ritenuti a ciò preparati ed accettati dalla "Chose", la possibilità
di una operatività superiore". Non se ne fece nulla, ma tanto bastò perché si
cominciasse a sussurrare di discriminazione tra Iniziatori di serie A e di serie
B. È da notare, inoltre, che un anno prima di questo suo intervento lo stesso
Nebo aveva consegnato a pochi Iniziatori di sua scelta, sotto il vincolo del
segreto assoluto, i libri manoscritti "P" e "T" sulle purificazioni e sui risvolti
occulti dell'operazione solstiziale trasmutatoria. Il segreto, come purtroppo
suole accadere anche in ambito iniziatico, fu mantenuto solo da pochissimi destinatari
dei libri (tra i quali c'È l'autore di queste note che quei libri usò e che
religiosamente conserva); non sembra dunque improprio ritenere che queste due
circostanze, sommandosi, abbiano indotto alcuni Iniziatori a credere, erroneamente
se non addirittura in malafede, che il Gran Maestro Nebo avesse in animo di
creare un cerchio interno, occulto e segreto, che di fatto avrebbe esercitato
il più ampio potere nella gestione dell'Ordine.
Il 1982 fu l'"annus horribilis"
nella storia dell'Ordine, segnato dalla decapitazione del vertice, con la scomparsa
del Gran Maestro Aggiunto Ram, seguita, a distanza di pochi mesi, da quella
del Gran Maestro Nebo. I disegni occulti del Grande Artefice dei Mondi vollero
che in quello stesso anno passasse alla Montagna Eterna anche Aldebaran (Gastone
Ventura), Gran Maestro dell'Ordine di Venezia. Ma vediamo un po' più da vicino
come si svolsero i fatti. Il Collegio dei Superiori Incogniti Iniziatori si
riunisce a Roma il 9 maggio 1982. Per la prima volta non È presente Nebo, che
appena un mese prima ha subito un delicato quanto inutile intervento chirurgico
ad un polmone. E non È presente il Gran Maestro Aggiunto Ram, deceduto il 16
marzo all'età di 74 anni. Il Collegio decide che il prossimo congresso si terrà
dal 2 al 5 settembre nell'hotel "Il Ciocco", presso Lucca e a quella data aggiorna
i suoi lavori. Arriva l'estate e le condizioni di salute di Francesco Brunelli
si aggravano sensibilmente. A 55 anni È un personaggio di spicco nel panorama
esoterico-iniziatico non solamente italiano: nella sua persona si assommano
le cariche di Gran Maestro dell'Ordine Martinista Antico e Tradizionale, Gran
Gerofante del Rito di Memphis e Misraim, Gran Maestro della Rosa+Croce Cabalistica,
Primate per l'Italia della Chiesa Gnostica Apostolica Universale, per non parlare
delle sue responsabilità in seno alla Società Italiana di Psicosintesi e alla
Società Teosofica Italiana. Sentendosi prossimo a morte, convoca ad una ad una
le persone che sente a sé più vicine e comunica le sue intenzioni per la ripartizione
degli incarichi. Per quanto riguarda l'Ordine Martinista Antico a Tradizionale,
la sua scelta cade su Giovanni, Iniziatore della Collina di Roma e Superiore
Incognito della Gran Loggia Martinista. Giovanni rifiuta l'incarico adducendo
la coscienza della propria impreparazione, ma accetta di buon grado la richiesta
del Gran Maestro di organizzare e presiedere, quale Iniziatore di grado gerarchico
più elevato, il prossimo congresso del Ciocco. Il disposto magistrale in proposito,
indirizzato al Gran Segretario Ioram, È l'ultimo atto ufficiale firmato da Nebo,
che morirà il 19 agosto. Il ruolo delle donne nell'ambito dell'Ordine Uno degli
ultimi messaggi di Nebo riguarda il ruolo delle donne nell'ambito dell'Ordine,
un tema che il Gran Maestro si era sempre rifiutato di affrontare fino alle
estreme conseguenze, timoroso di reazioni negative da parte degli Iniziatori.
Ecco dunque quello che si può definire il testamento spirituale di Nebo: "Dovete
proseguire nel lavoro di ricerca e nella pratica dell'arte cosicché possiate
crearvi il corpo mercuriale imperituro ove polarizzare la vostra essenzialità
nei tempi e negli spazi. Inoltre dovete considerare l'accento particolare che
io ho posto alla collocazione della donna sul sentiero iniziatico e che necessariamente
dovrà trovare quella sua sistemazione che nella mia opera di sintesi stavo elaborando,
ma che non ho potuto portare a compimento. Su questi due cardini fondamentali
svilupperete i vostri lavori". Due settimane dopo, il 2 settembre, su proposta
di Giovanni, viene eletto per acclamazione Libertus (Renato Comin), della Collina
di Roma, con l'impegno che dovrà restare in carica non più di sette anni, nonostante
da più parti si sia sollecitato il ritorno alla tradizione che contempla l'incarico
a vita. Libertus nomina i suoi Aggiunti, che il Collegio degli Iniziatori ha
deciso debbano essere due per scongiurare al massimo l'eventualità che si ripeta
la difficile esperienza recente. I Grandi Maestri Aggiunti sono dunque Giovanni
da Roma, di cui abbiamo già parlato, e Algol della Collina di Perugia. Il congresso
del Ciocco È funestato (ancora!) dalla morte del Superiore Incognito Filippo
Costanzo, fulminato da un attacco cardiaco durante un suo appassionato intervento
a favore delle donne Iniziatrici. La breve gestione di Libertus, Gran Maestro
per poco più di due anni, È stata caratterizzata da un tentativo, fallito, di
ravvicinamento alla Grande Montagna di Venezia e dal varo, all'unanimità, del
nuovo statuto dell'Ordine, che, tra i suoi tratti più salienti, contempla che
il Gran Maestro sia eletto a vita, in ciò tornando ad una tradizione secolare.
Non passa peraltro inosservato il fatto che, poco dopo il suo insediamento al
vertice dell'Ordine, Libertus dispone il ritiro dei libri "P" e "T", considerati
dal Gran Maestro "troppo impegnativi".
Sul finire del 1984 Libertus
si dimette dalla carica invocando ragioni di salute. Il 2 dicembre di quello
stesso anno, a Roma, viene eletto Gran Maestro, con 15 voti a favore su 17,
Giovanni della Collina di Roma. Giovanni nomina Grandi Maestri Aggiunti Amorifer
della Collina di Livorno e Mendes (Sergio Goss) della Collina di Roma e conferma
Ioram (Mario Bottazzi) della collina di Genova nella carica di Gran Segretario-Tesoriere.
Un piccolo gruppo di Iniziatori, quasi tutti della filiazione di Nebo e della
Collina di Perugia, lascia l'Ordine. Nell'aprile del 1985 il Gran Maestro aggiunge
al nome iniziatico quello di Aniel, suo genio protettore e mette a disposizione
dell'Ordine i libri Alfa ricevuti in eredità da Nebo. Nel 1987 muore il Gran
Maestro Aggiunto Mendes e Giovanni Aniel lo sostituisce con il proprio omonimo
Giovanni della Collina di Roma; qualche tempo dopo l'Aggiunto Giovanni si pone
in meditazione e il Gran Maestro lo sostituisce con Helios della Collina di
Monteforte Irpino. L'elaborazione della "Magna Charta" del Martinismo È uno
degli elementi di rilievo che caratterizza, fino a questo momento, la gestione
di Giovanni Aniel, il quale, fin dalla sua elezione, se non da prima, non ha
nascosto il suo orientamento favorevole alla creazione delle donne Iniziatrici,
anche sulla scia del testamento spirituale del suo predecessore Nebo. Ma non
È l'elaborazione della Magna Charta il solo elemento di spicco della gestione
di Giovanni Aniel: nel maggio 1992, l'Ordine subisce una dolorosa lacerazione
in seguito alla decisione del Gran Maestro, ratificata dalla maggioranza del
Collegio degli Iniziatori, di estendere alle donne, con un provvedimento rivoluzionario
ma, come si È visto, non inedito nella storia del Martinismo, la facoltà di
trasmettere l'iniziazione.
La nostra piccola storia, ormai, cede il posto alla cronaca. Dopo l'uscita dall'Ordine
Martinista Antico e Tradizionale degli Iniziatori dissidenti, Giovanni Aniel,
che aveva presentato le sue dimissioni dalla carica, viene sollecitato a restare
alla guida dell'Ordine. Egli accetta a condizione che nuovi Iniziatori non possano
essere creati se non dal Gran Maestro (l'unico Iniziatore in grado di trasmettere
la facoltà di trasmettere, in lui risedendo, come da Magna Charta, il deposito
e il potere iniziatico dell'Ordine su delega del Collegio dei Superiori Incogniti
Iniziatori) e nomina suoi Aggiunti Helios, confermato, e Francesco della Collina
di Bergamo. Si elabora e si vota all'unanimità il nuovo statuto dell'Ordine.
Stabilito che l'Ordine non discrimina le donne per quanto concerne la facoltà
di concedere l'iniziazione martinista, si decide, per marcare sensibilmente
il nuovo corso, di cambiare nome all'Ordine stesso che si chiamerà Ordine Martinista
Universale. Alle altre cariche statutarie Giovanni Aniel nomina Francesco Ieiaiel,
Gran Segretario Tesoriere, Enoch Gran Cerimoniere, Vega Presidente del Collegio
Italia Settentrionale, Nut Presidente del Collegio Italia Centrale e Nicolaus
Presidente del Collegio Italia Meridionale. Così costituito il Grande Magistero,
vertice dell'Ordine, si decide di porre mano alla correzione dei rituali di
iniziazione, giornaliero, lunari e solari: l'incarico viene affidato a Enoch
e a Francesco Ieiaiel. Maria della Collina di Milano È la prima donna creata
iniziatrice da Giovanni Aniel su segnalazione di Elenio; dopo di lei numerose
altre donne vengono create iniziatrici da Giovanni Aniel: si tratta di Nut,
Simon Pietro, Aurora, Esther, Sumerim, Micael, Notei, Maresh. L'iniziazione
al cosiddetto quarto grado, ovviamente, avviene, come abbiamo già sottolineato,
su segnalazione degli iniziatori dei recipiendari, limitandosi il Gran Maestro
a trasmettere il deposito ricevuto dal Collegio degli Iniziatori. Un progetto
di Giovanni Aniel, prontamente realizzato dal Gran Maestro Aggiunto Francesco,
porta nel 1994 alla pubblicazione di un bollettino interno, "Anubi", che viene
inviato a tutti i membri dell'Ordine e, successivamente, su disposto del Gran
Maestro, anche agli altri martinisti italiani. Nel mese di aprile 1998 il Gran
Maestro, in seguito ad una serie di vicende che non È il caso di riassumere
in questa sede, solleva dalla carica i due Aggiunti e nomina, al loro posto,
Nicolaus e Francesco Ieiaiel, che conservano le rispettive cariche di Presidente
di Collegio e di Gran Segretario-Tesoriere. L'Ordine Martinista Universale attualmente
È diffuso in quasi tutte le regioni italiane e nel Mezzogiorno francese.
Tanti errori sono stati detti nei riguardi del movimento martinista, tante
calunnie sono state proferite sulle sue creature e sul suo vero carattere,
che si rende opportuno riprendere alcuni punti della sua storia e mettere in
chiaro la reale situazione ch'esso occupa oggi di fronte alle diverse società collegate
ad un simbolismo qualsiasi.
Per permettere ad ogni membro dell'Ordine Martinista, come ad ogni ricercatore
imparziale, di distruggere per sempre le calunnie più o meno interessate
sparse sull'Ordine, ci accingiamo ad esporre assai imparzialmente i differenti
aspetti che ha presentato e che possono racchiudersi in quattro grandi periodi:
1 - Il Martinezismo di Martinez de Pasqually
2 - Il Willermozismo di J. B. Willermoz
3 - Il Martinismo di Claude de Saint-Martin
4 - Il Martinismo contemporaneo
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GLI ILLUMINATI - SWEDENBORG - MARTINEZ E WILLERMOZ - GLI ILLUMINATI CRISTIANI
- LA ROSA-CROCE
E' impossibile rendersi conto chiaramente del carattere reale del Martinismo
in ogni epoca, se per prima cosa non si stabilisce la capitale differenza che
separa le società d'illuminati dalle società di massoni.
La società d'illuminati è legata all'invisibile da uno o più capi.
Il suo principio di esistenza e di durata ha dunque la sua origine in un piano
superumano e il suo governo avviene dall'alto in basso, con l'obbligo, per
i membri della fratellanza, di obbedire ai capi, allorchè sono entrati
nel cerchio interiore, o di abbandonare questo cerchio interiore.
La società dei massoni non è per nulla legata all'invisibile.
Il suo Principio di esistenza e di durata ha origine dai suoi membri e soltanto
dai suoi membri; tutto il suo governo si svolge dal basso in alto con selezioni
successive per elezione.
Ne segue che quest'ultima forma di fratellanza non può produrre per
fortificare la sua esistenza che le carte e i documenti amministrativi comuni
ad ogni società profana; mentre gli ordini d'Illuminati si riferiscono
sempre al Principio invisibile che li dirige.
La vita privata, le opere pubbliche e il carattere dei capi della maggior parte
delle fratellanze d'Illuminati mostrano che questo Principio invisibile appartiene
al Piano divino, e che non ha nulla a che fare con Satana o i demoni, come
cercano di insinuare i clericali allarmati dal progresso di questa Società.
La Fraternità d'Illuminati più nota, anteriore a Swedenborg e
la sola di cui si possa parlare al mondo profano, è quella dei Fratelli
Illuminati della Rosa-Croce, la costituzione e la chiave della quale saranno
rese note fra parecchi anni. Sono i membri di questa fratellanza che hanno
deciso la creazione di società simboliche, raccomandato di conservare
i rudimenti dell'iniziazione ermetica e che hanno dato pure origine ai diversi
riti della Massoneria. Dunque non vi può essere confusione tra l'Illuminismo
o centro superiore di studi ermetici e la Massoneria o centro inferiore di
conservazione riservato ai principianti. Solamente entrando nelle fratellanze
di illuminati i massoni possono ottenere la conoscenza pratica di questa luce,
dopo di che essi progrediscono di grado in grado.
SWEDENBORG
Agli sforzi incessanti dei fratelli illuminati della Rosa-Croce, l'invisibile
recò un contributo considerevole con l'illuminazione di Swedenborg il
celebre sapiente svedese.
La missione realizzatrice di Swedenborg consistette soprattutto nella costituzione
di una cavalleria laica del Cristo, incaricata di difendere l'idea cristiana
nella sua primitiva purezza e di attenuare nell'invisibile, i deplorevoli effetti
delle concussioni, degli accaparramenti di fortuna e di tutti i procedimenti
cari al “Principe di questo Mondo", messi in opera dai gesuiti,
con il pretesto di cristianesimo.
Swedenborg suddivise la sua opera di realizzazione in tre sezioni:
1° La sezione di insegnamento costituita dai suoi libri e dal racconto
delle sue visioni.
2° La sezione religiosa costituita dall'applicazione rituale dei insegnamenti.
3° La sezione incaricata della tradizione simbolica e pratica, costituita
dai gradi iniziatici del Rito swedenborghiano.
Per il momento ci interessa solo quest'ultima. Era suddivisa in tre sezioni
secondarie: la prima elementare e massonica, la seconda elevava il recipiendario
sino all'illuminismo e la terza attiva.
La prima sezione comprendeva i gradi di: apprendista, compagno, maestro e maestro
eletto.
La seconda sezione comprendeva i gradi di: apprendista cohen (o maestro eletto
illuminato), compagno cohen, maestro cohen.
La terza sezione comprendeva i gradi di: 1° maestro cohen delegato alla
realizzazione elementare o apprendista Rosa-croce; 2° cavaliere Rosa-Croce
commendatore; 3° Rosa-Croce illuminato o Kadosch (maestro grande architetto)
.
Si rivelerà che gli scrittori massoni e fra gli altri il Ragon, non
hanno avuto, sull'illuminismo, che informazioni di seconda mano e che non hanno
potuto dare le informazioni che diamo adesso, nè vedere la chiave del
passaggio da una sezione all'altra con Io sdoppiamento del grado superiore
di ogni sezione.
Inoltre si osserverà che il solo vero creatore degli alti gradi è Swedenborg
e che questi gradi si allacciano esclusivamente all'Illuminismo e sono stati
gerarchizzati e costituiti direttamente dagli Invisibili.
Più tardi, certi falsi massoni cercheranno di appropriarsi dei gradi
dell'Illuminismo e non perverranno che a mettere in mostra la loro ignoranza.
Infatti, il possesso del grado di fratello illuminato della Rosa-Croce non
consiste nella proprietà di una pergamena e di un collare.
Essa si prova solo con il possesso di poteri spirituali attivi che la pergamena
e il collare non possono che indicare.
Ora, fra gli iniziati di Swedenborg uno di coloro ai quali l'Invisibile prestò in
modo particolare la sua incessante assistenza, vi fu un uomo dotato di grandi
capacità di realizzazioni in tutti i piani: Martinez de Pasqually che
ricevette l'iniziazione dal Maestro a Londra e che venne incaricato di diffonderla
in Francia.
IL MARTINEZISMO
Grazie alle stesse lettere di Martinez, abbiamo potuto fissare l'esatta ortografia
del suo nome, finora storpiato dai critici (Reghellini, 2° vol. pag 434,
citato dal Ragon): grazie anche agli archivi che possediamo, e all'appoggio
incessante dell'invisibile, se noi potremo dimostrare che Martinez non ha mai
avuto l'idea di ricondurre la massoneria a "principi essenziali" che
egli disprezzò sempre, da buon illuminato che era. Martinez ha passato
metà della sua vita a combattere i nefasti effetti della propaganda
senza fede di quei pedanti delle logge che, abbandonando la via segnata dai
Superiori Incogniti, hanno voluto farsi perni dell'Universo e sostituire l'azione
del Cristo con la loro e i consigli dell'Invisibile con i risultati degli scrutini
emessi dalla moltitudine. Dunque, in che cosa consisteva il Martinezismo?
Nell'acquisizione, con la purezza corporale, animica e spirituale dei poteri
che permettono all'uomo di entrare in relazione con gli esseri invisibili,
quelli che le chiese chiamano angeli e di pervenire così, non solo alla
reintegrazione personale dell'operatore, ma anche a quella di tutti i suoi
discepoli di buona volontà.
Martinez accoglieva nella sala delle sedute coloro che gli chiedevano la luce.
Tracciava i cerchi rituali, scriveva le parole sacre, pregava umilmente e con
fervore agendo sempre in nome del Cristo, così come ne hanno fatto testimonianza
tutti coloro che hanno assistito alle sue operazioni e come attestano anche
tutti i suoi scritti.
Allora gli esseri invisibili apparivano, sempre in piena luce. Questi esseri
agivano e parlavano: impartivano insegnamenti elevati, invitavano alla preghiera
e al raccoglimento, e ciò senza medium in trance, senza estasi nè allucinazioni
morbose.
Quando l'operazione era terminata e gli esseri invisibili erano scomparsi,
Martinez dava ai suoi discepoli il mezzo d'arrivare a ottenere, da soli, i
medesimi risultati.
Solamente dopo che essi avevano ottenuto, da soli, l'assistenza dell'Invisibile,
Martinez dava loro il grado di Rosa-Croce, come lo dimostrano, con evidenza,
le sue lettere.
L'iniziazione di Willermoz, che durò più di dieci anni, quella
di Claude de Saint-Martin e degli altri ci insegnano che il Martinezismo era
consacrato a cosa diversa dalla pratica della massoneria simbolica e che occorre
non essere mai stati ammessi alla soglia di un centro reale d'Illuminismo per
confondere i discorsi dei venerabili con i lavori attivi dei Rosa-Croce martinisti.
Martinez vuole innovare così poco che conserva integralmente i nomi
dati ai gradi dagli invisibili e trasmessi da Swedenborg. Dunque sarebbe più logico
dire Swedenborghismo adattato anzichè Martinezismo. (Nei misteri - del
Rito di Swedenborg - è detto che quando l'uomo, con una vita nuova,
santa e esemplare, si è Integrato nella sua primitiva dignità e
che, con utili lavori, ha ricuperato i suoi diritti primitivi, allora si riaccosta
al suo Creatore con una vita nuova speculativa, animata dal soffio divino: è Iniziato
eletto Cohen: nelle Istruzioni che riceve, impara le scienze occulte in ogni
loro parte, che gli fanno conoscere i segreti della natura, l'arte chimica,
l'ontologia e l'astronomia.).
Ma Martinez considera talmente la Massoneria come una scuola d'istruzione elementare
e inferiore che il suo "Maestro Cohen" dice: Sono stato ricevuto
maestro Cohen passando dal triangolo ai cerchi.
Il che vuol dire, traducendo i simboli: "Sono stato ricevuto maestro illuminato
passando dalla Massoneria alla pratica dell'Illuminismo".
Ugualmente si domanda all'apprendista cohen: "Quali sono i differenti
segni, parole e toccamenti convenzionali degli Eletti Massoni Apocrifi?
Ed egli risponde: "Per l'apprendista Jachin, la parola di passo Tubalkain;
per il compagno Booz, la parola di passo Shibbolet, per il Maestro Makbenak,
la parola di passo Giblin".
Dunque, era necessario possedere non tre, ma almeno sette gradi della Massoneria
ordinaria per diventare cohen. La lettura, anche superficiale, del catechismo è sufficiente
a questo grado.
Martinez cercò di sviluppare ogni membro del suo Ordine con il lavoro
personale lasciandogli tutta la libertà e responsabilità dei
suoi atti. Selezionò con la massima cura ciascuno dei suoi membri e
non conferì i gradi che a una reale aristocrazia dell'intelligenza.
Infine ammetteva all'iniziazione le donne con gli stessi diritti degli uomini
e con le stesse garanzie.
Gli iniziati, una volta preparati, si riunivano tra loro per aiutarsi a vicenda
e queste riunioni erano tenute nelle epoche astronomiche determinate a questo
fine. Così si costituì la cavalleria del Cristo, cavalleria laica,
tollerante, che si discostava dalle pratiche abituali dei diversi cleri.
Proseguimento individuale della reintegrazione con il Cristo, gruppo di sforzi
spirituali per aiutare i deboli e i principianti: tale era, riassumendo, il
ruolo del Martinezismo.
Rievochiamo ora la sua situazione in Francia.
Il Martinezismo reclutò i suoi discepoli, sia per azione diretta, come
avvenne per Claude de Saint-Martin, sia più frequentemente tra gli uomini
già titolari di alti gradi massonici. Nel 1754, Martinez si trovava
in presenza di:
1° da una parte, della Massoneria venuta dall'Inghilterra e costituente
la Grande Loggia Inglese di Francia (dal 1743) che presto doveva diventare
la Grande Loggia di Francia (1756) e dare origine agli intrighi del maestro
di danza Lacome. Questa massoneria elementare e costituita dai tre gradi azzurri
(apprendista, compagno, maestro) era senza pretese e formava un eccellente
centro di selezione.
2° accanto a questa Loggia Inglese esisteva, con il nome di Capitolo di
Clermont, un gruppo che praticava il sistema templare che Ramsay aveva, nel
1728, aggiunto alla Massoneria con i gradi di:
"
Scozzese, Novizio, Cavaliere del Tempio" ecc. Qui è necessario
una breve spiegazione. Uno dei più attivi rappresentanti dell'iniziazione
templare era stato Fenelon il quale, durante i suoi studi di cabala, era entrato
in relazione con parecchi cabalisti ed ermetisti. Quando, dopo la lotta con
Bossuet, Fenelon fu costretto a fuggire il mondo e a esiliarsi in penosa inattività,
organizzò con cura un piano d'azione che presto o tardi doveva assicurargli
la rivincita.
Il cavaliere di Ramsey venne iniziato da Fenelon e incaricato di eseguire il
piano con l'appoggio dei Templari che avrebbero assicurato nello stesso tempo
la loro vendetta.
Il cavaliere di Bonneville, nel 1754, aveva fondato il Capitolo di Clermont
con i gradi templari e perseguiva uno scopo politico ed una rivoluzione sanguinosa
che Martinez non poteva approvare, nè alcun vero cavaliere del Cristo.
Così, non solo Martinez, ma anche i discepoli di tutti i gradi del suo
Ordine, come Saint-Martin e Willermoz, combatteranno energicamente il rito
templare che in parte raggiungerà Io scopo nel 1789 e nel 1793 facendo
ghigliottinare la maggior parte dei capi del Martinismo- Ma non anticipiamo.
3° oltre a queste due correnti, c'erano ancora in Francia altri rappresentanti
dell'Illuminismo. Innanzi tutto citiamo Pernety che tradusse Il Cielo e l'Inferno
di Swedenborg e che doveva costituire il sistema degli Illuminati di Avignone
(1766) ed avere una parte importante nella costituzione dei Filaleti (1773).
Allo stesso centro occorre allacciare l'opera di Chastenier (benedettino),
il quale, nel 1767, a Londra gettò le prime basi del rito degli Illuminati
Teosofi che brillò particolarmente a partire dal 1783, L'Illuminismo
in tal modo crea parecchi gruppi uniti tra loro da un comune fine e da guide
invisibili venute dal medesimo centro e che in seguito si riuniranno tutti
sul piano fisico. In questa azione l'opera più feconda spetta a Martinez,
poiché a lui sono stati dati dal cielo quei "poteri attivi" che
i suoi discepoli ricorderanno sempre con ammirazione e rispetto.
Dal punto di vista amministrativo, il Martinezismo seguirà esattamente
i gradi di Swedenborg, come constateremo nella lettera di Martinez del 16 giugno
1760.
Il titolo di Maestro Grande Architetto riassume infatti i tre gradi della terza
sezione.
Sotto l'autorità d'un tribunale sovrano si costituiranno le logge e
i gruppi della provincia, di cui si potranno seguire la nascita e l'evoluzione
nelle sue lettere che abbiamo pubblicate.
IL WILLERMOZISMO
Fra i discepoli di Martinez, due meritano in modo particolare la nostra attenzione
per le loro opere realizzatrici, sono: Willermoz di Lione e Claude de Saint-Martin.
Occupiamoci subito del primo. Jean Baptiste Willermoz, negoziante lionese,
era massone quando cominciò la corrispondenza iniziatica con Martinez.
Abituato alla gerarchia massonica, ai gruppi e alle logge, egli con centrerò la
sua opera di realizzazione verso questo scopo e tenderà sempre a costituire
riunioni e logge d'illuminati, mentre Saint-Martin concentrerà i suoi
sforzi soprattutto verso Io sviluppo individuale. Ma l'opera capitale di Willermoz
sarà l'organizzazione dei congressi massonici o Conventi, che permisero
ai Martinisti di smascherare, in anticipo, l'opera fatale dei Templari e che
presentarono il Martinismo con il suo vero carattere di Università integrale
e imparziale della Scienza ermetica.
Quando Martinez cominciò la sua iniziazione, Willermoz era venerabile
regolare della loggia La Perfetta Amicizia di Lione, posto che occupò dal
1752 al 1763. Questa loggia dipendeva dalla Grande Loggia di Francia.
Nel 1760, una prima selezione era stata operata e tutti i membri detentori
del grado di Maestro avevano costituito una Grande Loggia dei Maestri di Lione
con Willermoz Gran Maestro.
Nel 1765, fu operata una nuova selezione con la creazione di un Capitolo dei
Cavalieri dell'Aquila Nera, sotto la direzione del dott. Jacques Willermoz,
fratello minore del precedente.
Nello stesso tempo, Jean Baptiste Willermoz lasciava la presidenza della Loggia
ordinaria e della Loggia dei Maestri che era posta sotto la direzione del f.::.
Sellonf, per mettersi a capo della loggia degli Eletti Cohen, formata dai migliori
elementi del Capitolo.
Sellonf, il dott. Willermoz e J. B. Willermoz formavano il Consiglio Segreto
che dirigeva tutti i fratelli di Lione.
Occupiamoci prima di quanto avveniva nelle logge dei Cohen e poi parleremo
dei conventi.
Risulta formalmente dai documenti attualmente custoditi dal Supremo Consiglio
Martinista e provenienti direttamente da Willermoz che le sedute, riservate
ai membri di grado, di poter giustificare il loro titolo d'illuminati, erano
consacrati alla preghiera collettiva ed alle operazioni che permettevano la
comunicazione diretta con l'Invisibile. Possediamo tutti i particolari concernenti
la modalità di questa comunicazione; ma devono essere riservati esclusivamente
al Comitato direttivo del Supremo Consiglio. Ciò che dobbiamo rivelare
e che getterà una grande luce su molti punti è che gli iniziati
chiamavano l'essere invisibile il Filosofo Incognito; che è lui che
ha dettato, in parte, il libro "degli Errori e della Verità" e
che Claude de Saint-Martin non ha assunto per sè questo pseudonimo che
più tardi e per ordine. Diamo le prove di questa affermazione nel nostro
volume su Saint-Martin.
Ma ciò che teniamo ad affermare sin d'ora, è che la spiritualità più grande,
la sottomissione più completa alle volontà del Cielo e le preghiere
più ardenti a N. S. Gesù Cristo non hanno mai cessato di precedere,
accompagnare e terminare le sedute presiedute da Willermoz. (Ho conosciuto
molti Martinisti, sia di Lione che di altre città delle province meridionali.
Lungi dall'apparire attaccati alle opinioni dei filosofi moderni, essi professavano
il disprezzo dei loro principi- La loro Immaginazione, esaltata dall'oscurità degli
scritti del loro patriarca, li disponeva ad ogni genere di credulità;
sebbene parecchi si distinguessero per capacità e conoscenze, essi avevano
la mente incessantemente occupata da fantasmi e prodigi. Non si limitavano
a seguire i precetti della religione dominante; ma si davano alle pratiche
di devozione della classe meno istruita. Generalmente i loro costumi erano
molto regolari. Si notava un grande cambiamento nella condotta di coloro che,
prima di adottare le opinioni dei Martinisti, erano vissuti nella dissipazione
e nella ricerca dei piaceri. (Mounier: Influence des Illuminès dans
la Revolution, Paris, 1822, pag- l57))
Dopo di che, se i clericali vogliono vedere un diavolo peloso e cornuto in
ogni influenza invisibile e sono sempre disposti a confondere tutto ciò che è extra
terrestre con le influenze inferiori, ciò li riguarda e noi non possiamo
che deplorare tal partito preso che apre le porte a tutte le mistificazioni
e a tutti gli schemi. Il Willermozismo, come il Martinezismo e il Martinismo, è sempre
stato esclusivamente cristiano, ma mai clericale e giustamente. Esso dà a
Cesare quello che è di Cesare e a Cristo quello che è di Cristo;
ma non vende Cristo a Cesare.
"
L'Agente o Filosofo Incognito" aveva dettato 166 quaderni di istruzioni,
dei quali Claude de Saint-Martin aveva preso conoscenza e ne aveva copiato
alcuni di propria mano.
Di questi quaderni circa 80 furono distrutti nei primi mesi del 1790 dall'agente
stesso, che volle evitare di farli cadere nelle mani degli inviati di Robespierre
che compirono sforzi inauditi per impossessarsene.
CONVENTI
Il 12 agosto 1778 Willermoz annunciava la preparazione del Convento delle
Gallie che si tenne a Lione dal 25 novembre al 27 dicembre.
Lo scopo di questo convento era di epurare il sistema scozzese distruggendo
i cattivi germi che vi avevano introdotti i Templari.
Da questa riunione uscì la prima condanna, sotto l'influenza degli Illuminati
di ogni paese, del sistema di vendetta sanguinosa, che si preparava in silenzio
in certe logge.
Il risultato dei lavori di questo convento è contenuto nel Nuovo Codice
delle logge rettificate di Francia che si trova nel nostro archivio ed è stato
pubblicato nel 1779.
Per comprendere la necessità di questo sforzo verso l'unione non dobbiamo
dimenticare che il mondo massonico era in piena anarchia.
Il Grande Oriente di Francia era nato nel 1772, dall'usurpazione della Grande
Loggia di Francia da parte di Lacorne e dei suoi, diretti di nascosto dai Templari
i quali, dopo aver fondato il Capitolo di Clermont, si erano trasformati nel
1760 in consiglio degli Imperatori d'Oriente e d'Occidente, poi in Cavalieri
d'Oriente (1762) e infine erano entrati nel Grande Oriente al seguito di Lacorne.
A cagione della loro influenza il sistema delle logge venne modificato profondamente;
dappertutto il regime parlamentare con elezioni successive di tutti gli ufficiali
sostituì l'antica unità e l'autorità gerarchica. Nella
confusione causata da questa rivoluzione, intervennero i Martinisti per portare
a tutti la conciliazione. Da ciò il primo convento del 1778 e i suoi
sforzi per impedire le dissipazioni finanziarie che avvenivano dappertutto.
Incoraggiato da questo primo successo, J. B. Willermoz convocò il 9
settembre 1780 "tutte le grandi logge scozzesi dell'Europa al Convento
di Wilhelmsbad, nei pressi di Hanau" (Ragon, 162) . Il Convento ebbe inizio
martedì 16 luglio 1782, sotto la presidenza di Ferdinando di Brunswick,
uno dei capi dell'Illuminismo internazionale. Da questo Convento sorse l'Ordine
dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa di Gerusalemme ed una nuova
condanna del sistema templare. Così il Willermozismo tende sempre al
raggruppamento delle fratellanze iniziatiche, alla costituzione di collettività di
iniziati dirette da centri attivi collegati all'Illuminismo. Si è creduto
a torto che Willermoz avesse abbandonato le idee dei suoi maestri; vuol dire
conoscere male il suo nobile carattere. Sempre, sino alla morte, egli ha voluto
stabilire la Massoneria su solide basi dandole per fine la pratica delle virtù per
i suoi membri e della carità verso gli altri; ma ha sempre mirato a
fare delle logge e dei capitoli un centro di selezione per i gruppi d'Illuminati.
La prima parte della sua opera era palese, la seconda occulta; ecco perché le
persone poco informate vedono Willermoz diversamente dal suo vero Carattere.
Dopo la tormenta rivoluzionaria, dopo che suo fratello fu ghigliottinato con
tutti i suoi iniziati e che egli stesso a stento riuscì a sfuggire alla
stessa sorte, è ancora lui che ristabilisce in Francia la Massoneria
spiritualista, grazie ai rituali che aveva potuto salvare dal disastro.
Tale fu l'opera di questo Martinista, al quale dedicheremo un intero volume,
se Dio vorrà.
CLAUDE DE SAINT-MARTIN E IL MARTINISMO
SAINT-MARTIN E LA MASSONERIA
Claude de Saint-Martin e il Martinismo
Se non si conosceva neppure il modo di scrivere il nome di Martinez, se non
si sapeva di più circa l'opera reale di Willermoz, prima dell'apparizione
delle lettere di Pasqually che abbiamo pubblicate, al contrario si è scritto
molto, e strane cose, su Claude de Saint-Martin. Le critiche, le analisi, le
supposizioni ed anche le calunnie fatte a questo proposito si basano unicamente
sulle opere e sulle lettere exoteriche del Filosofo Incognito- La sua corrispondenza
d'iniziato indirizzata al collega Willermoz, dimostra gli errori commessi dai
critici e, in particolare, da Matter. E' vero che non si poteva estrarre di
più dai documenti attualmente conosciuti, soprattutto quando non si
ha alcuna idea delle possibilità che offre l'Illuminismo a questo riguardo.
Così attenderemo, per pubblicare queste lettere, che nuove inesattezze
siano state prodotte sul conto del grande realizzatore martinista, in maniera
da distruggere in una sola volta molte ingenuità e molte leggende.
Se Willermoz fu soprattutto incaricato del gruppo degli elementi martinisti
e dell'azione in Francia, Claude de Saint Martin ricevette la missione di creare
la iniziazione individuale e di portare la sua azione più lontano possibile.
A questo scopo gli fu concesso di studiare gli insegnamenti dell' “Agente
Incognito" e possediamo, nell'archivio dell'Ordine, parecchi quaderni
copiati e annotati da Saint-Martin.
Come abbiamo detto prima, il libro degli Errori e della Verità è dovuto
quasi interamente a questa origine invisibile e in questo occorre vedere la
causa dell'emozione provocata, nei centri d'iniziazione, dall'apparizione di
questo libro, emozione che i critici cercano di spiegare con tanta pena. Questo
punto, come molti altri, verrà schiarito quando sarà necessario.
Oltre agli studi relativi all'Illuminismo, iniziati accanto a Martinez e continuati
con Willermoz, Claude de Saint-Martin si occupò attivamente d'ermetismo
pratico e un poco d'alchimia. Aveva a Lione un laboratorio organizzato a questo
scopo.
Ma lasciamo la sua vita che ricostruiremo più tardi, ed occupiamoci
solamente della sua opera dal punto di vista che ci interessa.
Dovendo spingere la sua azione in lontananza, Claude de Saint Martin era costretto
a compiere certe riforme nel Martinezismo. Così gli autori classici
della Massoneria hanno dato il nome del grande realizzatore al suo adattamento
e designano con il nome di Martinismo il movimento sorto da Claude de Saint-Martin.
E' divertente vedere certi critici, che ci asterremo dal qualificare, sforzarsi
di far credere che Saint-Martin non fondò mai un ordine. Dobbiamo veramente
ritenere i lettori male informati per osar sostenere ingenuamente tale assurdità.
E' l'Ordine di Saint-Martin che, penetrato in Russia sotto il regno della Grande
Caterina, ottenne un tal successo al punto che venne recitata a corte una commedia
interamente dedicata al Martinismo che si voleva mettere in ridicolo. All'Ordine
di Saint-Martin si ricollegano le iniziazioni individuali di cui si parla nelle
memorie della baronessa d'Oberkierch; infine l'autore classico della Massoneria,
il positivista Ragon, che non è tenero con i Riti degli Illuminati,
descrive alle pagine 167 e 168 della sua Ortodossia Massonica i cambiamenti
operati da Saint-Martin per costituire il Martinismo.
Sappiamo che non vale la pena di prendere parte a queste critiche più seriamente
dei loro autori e che certi massoni difficilmente perdoneranno a Saint-Martin
di aver disprezzato, per tutta la vita, la massoneria positivista, come fece
Martinez e di averla riportata al suo vero ruolo di scuola elementare e di
centro d’istruzione simbolica inferiore. Quando si vogliono negare dei
fatti storici, ci si rende ridicoli. Colui che i critici universitari hanno
chiamato il Teosofo d’Amboise era dunque un realizzatore molto pratico
sotto l’apparenza mistica. Usò, come Weishaupt l’iniziazione
individuale, e grazie a questo procedimento, diede all’Ordine una facilità d’adattamento
e d’estensione che gli invidiano molti riti massonici. E’ così vero
che Saint-Martin fu il grande diffusore della Cavalleria Cristiana di Martinez,
che i più violenti attacchi furono rivolti contro la sua opera, il suo
carattere e anche contro la sua vita.
Occorrerebbe un intero volume per rispondere minutamente a questi attacchi;
così noi ci limiteremo, in questo breve studio, a indicare, servendoci
soprattutto dei documenti già stampati, quale era il vero carattere
del martinismo all’epoca di Saint-Martin.
L’iniziazione Martinista - Suo carattere - Alta Spiritualità
"La sola iniziazione che predico e che cerco con tutto l'ardore dell'anima è quella con la quale possiamo entrare nel cuore di Dio e far entrare il cuore di Dio in noi, per compiervi un matrimonio indissolubile, che ci renda l'amico, il fratello e la sposa del nostro divino Riparatore. Non c'è altro mistero per arrivare a questa santa iniziazione che affondare sempre di più nella profondità del nostro essere e di non cedere, finche non siamo giunti a estrarne la vivente e vivificante radice; perché allora tutti i frutti che dovremo portare, secondo la nostra specie, si produrranno naturalmente in noi e fuori di noi, come capita agli alberi terrestri, perché sono aderenti alla propria radice e non cessano di succhiarne il succo."
Fuoco - Sofferenza
"Quando soffriamo per le nostre opere false e infette, il fuoco è corrosivo e bruciante e tuttavia deve esserlo meno di quello che serve da fonte a queste false opere; così ho detto, più per sentimento che per raziocinio (nell'Uomo di desiderio), che la penitenza è più dolce del peccato. Quando soffriamo per gli altri uomini, il fuoco è ancora più affine all'olio e alla luce; così, sebbene ci strazi l'anima e ci inondi di lacrime, non si passa per queste prove senza ricavarne deliziose consolazioni e sostanze più nutrienti."
Carattere essenzialmente cristiano del Martinismo
I clericali hanno fatto, in ogni epoca, tutti gli sforzi per conservare solo
per loro la possibilità di comunicare con il piano divino. Secondo le
loro pretese, ogni comunicazione che non deriva dalla loro influenza è dovuta
sia a Satana che ad altri demoni. Essi hanno spinto la calunnia al punto di
pretendere che i Martinisti non fossero cristiani e che non servivano Cristo,
ma non so quale diavolo, celato sotto il suo nome.
Ecco la risposta di Claude de Saint-Martin a queste sciocchezze:
"
Ma aggiungo che gli elementi misti sono il mezzo che Cristo doveva assumere
per arrivare sino a noi, invece noi dobbiamo spezzare, attraversare questi
elementi per arrivare sino a lui, fintanto che riposeremo su questi elementi,
saremo arretrati.
"
Tuttavia, poiché credo di parlare ad un uomo misurato, calmo e discreto,
non vi nasconderò che, nella scuola per la quale sono passato, più di
venticinque anni fa, le comunicazioni di ogni genere erano numerose e frequenti,
e ne ho avuto la mia parte come molti altri e che, in questa parte, tutti i
segni indicativi del Riparatore erano capiti. Ora, voi non ignorate più che
il Riparatore e la causa attiva sono la stessa cosa.
IOD HE VAU HE
"Credo che la parola sia sempre comunicata direttamente sino dall'inizio delle cose. Essa ha parlato direttamente a Adamo, ai suoi figli e successori, a Noè, Abramo, Mosè, ai profeti ecc. , sino al tempo di Gesù Cristo. Ha parlato con il gran nome, e voleva trasmetterlo direttamente, e per pronunciare il quale, secondo la legge levitica, il gran prete si chiudeva solo nel Santo dei Santi; e che, secondo alcune tradizioni, portava dei campanelli attaccati al fondo della veste per coprirne la pronuncia alle orecchie di coloro che restavano nelle altre cinte.
IOD HE SCHIN VAU HE
"Quando il Cristo è venuto, ha reso la pronuncia di questa parola più centrale e più interiore, poiché il gran nome che queste quattro lettere esprimevano è l'esplosione quaternaria o il segnale cruciale di ogni vita; mentre Gesù Cristo portando dall'alto la W degli ebrei, o la lettera S, ha unito il santo ternario al gran nome quaternario, di cui tre è il principio. Ora, se il quaternario doveva trovare in noi la propria fonte nelle ordinazioni antiche, a maggior ragione il nome di Cristo deve pure attendere da lui esclusivamente tutta l'efficacia e la luce. Perciò ci ha detto di chiuderci nella nostra stanza, quando vorremo pregare: mentre nell'antica legge, occorreva assolutamente andare a pregare nel Tempio di Gerusalemme; e qui, vi rimanderò ai trattatelli del vostro amico sulla penitenza, la santa preghiera, il vero abbandono, intitolati: De Weg zu Christ, vi vedrete, ad ogni passo, se tutti i mezzi umani non sono scomparsi e se è possibile che qualcosa vi sia trasmessa veramente, se lo spirito non si crea in noi, come si crea eternamente nel principio della natura universale dove si trova in permanenza l'immagine da cui abbiamo estratto la nostra origine e che è servita da quadro al Mensebwerdung. Senza dubbio, c'è una grande virtù in questa vera pronuncia, tanto centrale che orale, di questo gran nome e di quello di Gesù Cristo che ne è il fiore. La vibrazione della nostra aria elementare è cosa molto secondaria nell'operazione con cui questi nomi rendono sensibili le cose che non lo sono. La loro virtù sta nel fare oggi e in ogni momento ciò che hanno fatto all'inizio delle cose per dare origine ad esse; e poiché esse hanno prodotto ogni cosa prima che esistesse l'aria, senza dubbio sono ancora al di sopra dell'aria, quando adempiono le stesse funzioni; e non è impossibile a questa divina parola farsi sentire, anche da un sordo e in un luogo privo d'aria, come non è difficile alla luce spirituale rendersi sensibile ai nostri occhi anche fisici, quand'anche fossimo ciechi e sprofondati nella prigione più tenebrosa. Quando gli uomini fanno sentire le parole fuori del loro vero posto e che consegnano per ignoranza, imprudenza o empietà, alle regioni esteriori o a disposizione degli uomini del torrente, esse conservano sempre senza dubbio la loro virtù, ma ne trattengono sempre in quantità, perché non si adattano alle combinazioni umane; perciò questi tesori tanto rispettabili non hanno fatto altro che provare diminuzione passando per le mani dell'uomo; senza contare che non han cessato d'essere sostituiti da ingredienti o nulli o pericolosi, che, producendo pure degli effetti, hanno finito per riempire di idoli il mondo intero, perché è il tempio del vero Dio, che è il centro della parola."
Non termineremo questo estratto senza far notare che l'Ordine è debitore
a Saint-Martin stesso, non solo del sigillo, ma anche del nome mistico del
Cristo, che orna tutti i documenti ufficiali del Martinismo.
Ci vuole proprio la malafede d'un clericale per pretendere che questo sacro
nome si riferisca ad altra persona che non a N.S. Gesù Cristo, il Verbo
divino creatore. Antonini che nel suo libro Dottrina del Male pretende che
la shin ebraica satanizza tutte le parole dove entra, dimostra semplicemente
d'essere incapace di comprendere alcunchè di simbolismo.
Il Martinismo è cristiano, ma il suo spirito è nettamente anticlericale.
"L'ignoranza e l'ipocrisia dei preti sono una delle cause principali
dei mali che hanno afflitto l'Europa da alcuni secoli ad oggi.
"
Non tengo conto della pretesa trasmissione della Chiesa di Roma, che, a mio
parere, non trasmette nulla come Chiesa, sebbene alcuni dei suoi membri possano
trasmettere qualcosa, sia per virtù personale, sia per la fede dei fedeli,
sia per una particolare volontà del bene."
La pratica - gli esseri astrali
Come ogni illuminato, Saint-Martin insiste sul pericolo delle comunicazioni
con gli astrali.
Testimone questo estratto della corrispondenza dei due amici.
Non si potrebbero chiamare i tre regni che la vostra scuola designava “naturale,
spirituale e divino", naturale, astrale e divino?
Tutte queste manifestazioni che vengono dopo una iniziazione, non sarebbero
del regno astrale e dal momento in cui si è messo piede in questo campo,
non si entra in società con gli esseri che l'abitano, di cui la maggior
parte, se mi è concesso, in simile argomento, di servirmi d'una espressione
triviale, sono di cattiva compagnia? Non si entra in società con esseri
che possono tormentare sino all'eccesso l'operatore che vive tra questa folla,
al punto di suscitargli la disperazione e da ispirargli il suicidio, testimone
Schropfer e il conte di Cagliostro! Senza dubbio resteranno agli iniziati dei
mezzi più o meno efficaci per proteggersi dalle visioni; ma generalmente,
mi pare che questa situazione che sta al di fuori dell'ordine stabilito dalla
Provvidenza possa avere piuttosto conseguenze funeste che favorevoli per il
nostro avanzamento.
Saint-Martin e Cagliostro
Ciò ci induce a dimostrare con quanto sospetto l'illuminato francese considerasse l'inviato dei fratelli Templari di Germania. Nessuno meglio di Saint-Martin poteva giudicare della realtà di certi fatti prodotti da Cagliostro, delle influenze elevate che a volte si manifestavano; ma pure delle detestabili entità che, in altri momenti, non mancavano di impadronirsi dello spirito e delle anime degli assistenti.
Cagliostro
Venni a sapere che il loro maestro, malgrado l'abiezione del suo stato morale,
aveva operato con la parola e che aveva anche trasmesso ai suoi discepoli la
cognizione per operare allo stesso modo durante la sua assenza.
Un esempio di questo genere che ho appreso un paio d'anni fa, è quello
che accadde alla consacrazione della loggia massonica egiziana di Lione, il
26 luglio 556, secondo il loro calcolo, che mi sembra sbagliato. I lavori durarono
tre giorni, le preghiere cinquantaquattro ore; c'erano ventisette membri riuniti.
Nel tempo in cui i membri pregarono l'Eterno di manifestare la sua approvazione
con un segno visibile, e che il maestro era al centro delle sue cerimonie,
il Riparatore apparve e benedisse i membri dell'assemblea. Era disceso in una
nuvola azzurra che serviva da veicolo a questa apparizione; a poco a poco si
elevò sopra questa nuvola che, dal momento del suo abbassamento dal
cielo alla terra, aveva acquistato uno splendore così abbagliante che
una giovane C., presente, non potè sostenerne la luminosità.
I due grandi profeti e il legislatore d'Israele diedero segni di approvazione
e di bontà. Chi potrebbe mettere in dubbio il fervore e la pietà di
ventisette membri? Tuttavia, chi era il fondatore della loggia e l'organizzatore,
sebbene assente dalle cerimonie? Cagliostro!
Questa parola basta per far vedere che l'errore e le forme adottate possono
essere la conseguenza della buona fede e delle intenzioni religiose di ventisette
membri riuniti.
Martinismo e Materialismo
L'opera pericolosa di Cagliostro non fu la sola che Saint-Martin si sia sforzato
di combattere. Compì pure ogni sforzo per lottare contro i progressi
dei “filosofi" (così erano chiamati) che si sforzavano di
affrettare la rivoluzione diffondendo in tutta l'Europa i principi dell'ateismo
e del materialismo. Erano i Templari che conducevano questo movimento perfettamente
organizzato e che gli estratti di Kirchberger ci rivelano.
“
Attualmente l'incredulità si è formata un club molto bene organizzato.
E' un grande albero che dà ombra ad una parte considerevole della Germania,
che dà cattivi frutti e che spinge le radici sino alla Svizzera. Gli
avversari della religione cristiana hanno le loro affiliazioni, i loro osservatori
e la loro corrispondenza assai bene avviata; in ogni dipartimento, hanno un
provinciale che dirige gli agenti subalterni; posseggono i principali giornali
tedeschi; questi giornali sono la lettura favorita del clero a cui non piace
più studiare; in questi giornali essi lodano gli scritti che la pensano
come loro e maltrattano gli altri; se uno scrittore vuole protestare contro
questo dispotismo farà fatica a trovare un libraio che voglia incaricarsi
del suo manoscritto. Ecco i mezzi per la parte letteraria; ma ve ne sono ancora
molti altri per consolidare la loro potenza e umiliare i sostenitori della
buona causa.
Se c'è un posto qualsiasi della pubblica istruzione o se un signore
ha bisogno di un istitutore per i suoi figli, essi hanno tre o quattro persone
pronte che fanno presentare contemporaneamente per vie diverse; e sono quasi
sempre sicuri di riuscire. Ecco come è composta l'Università di
Gottinga, la più celebre e frequentata della Germania e dove noi mandiamo
i nostri figli a studiare.
Brigano pure per mettere i loro affiliati negli uffici dei ministri, alle corti
di Germania; ne hanno nei dicasteri e nei consigli dei principi.
Un altro grande mezzo che usano è quello di Basilio.. la calunnia. Questo
mezzo è per essi tanto più facile in quanto la maggior parte
degli ecclesiastici protestanti sono purtroppo i loro agenti più zelanti;
e poiché questa classe ha mille modi per immischiarsi dappertutto, essi
possono a loro piacimento far diffondere notizie che colpiscono, prima che
si possa aver avuto conoscenza della cosa e il tempo per difendersi.
Questa coalizione mostruosa è costata trentacinque anni di lavoro al
suo capo, che è un vecchio letterato di Berlino e nello stesso tempo
uno dei più celebri librai della Germania. Egli dirige, dal 1765, il
primo giornale di quel paese; si chiama Federico Nicolai. La Biblioteca germanica
si è impadronita, per mezzo dei suoi agenti, dello spirito della Gazzetta
letteraria di Iena, che è fatta molto bene e si vende nei paesi in cui è conosciuta
la lingua tedesca. Nicolai, inoltre, influenza il Giornale di Berlino e il
Museo tedesco, due opere assai stimate. L'organizzazione politica e le società affiliate
furono costituite dopo che i giornali ebbero sufficientemente diffuso il loro
veleno. Hanno camminato lentamente, a passo sicuro; e, attualmente, i loro
progressi sono così spaventosi e la loro influenza così enorme
da non potervi essere più nessuno sforzo in grado di resistere; non
c'è che la Provvidenza che abbia il potere di liberarci da questa peste.
All'inizio, la marcia dei Nicolaisti era assai guardinga; associavano le migliori
menti della Germania alla loro Biblioteca Universale; gli articoli scientifici
erano ammirevoli e le relazioni delle opere teologiche occupavano sempre una
parte considerevole di ogni volume.
Queste relazioni erano composte con tanta sapienza che i nostri professori
in Svizzera le raccomandavano nei discorsi pubblici ai nostri giovani ecclesiastici.
Ma a poco a poco essi insinuavano il veleno, sebbene con grande cura. Questo
veleno venne rafforzato con abilità. Ma, alla fine, gettarono la maschera
e, in due dei loro giornali affiliati, questi scellerati osarono paragonare
il nostro divino Maestro al celebre impostore tartaro Dalai Lama (vedi l'art.
Dalai Lama, in Moreri). Questi orrori circolavano tra noi, senza che nessuno,
in tutta la Svizzera, desse il minimo segno di malumore. Allora, nel 1790,
presi la penna e in un giornale politico, che aveva una pagina di miscellanea,
risvegliai l'indignazione pubblica contro questi illuminati, Aufklarer, o esploratori,
come-si chiamavano. Insistetti sull'atrocità e sulla profonda stupidità di
questa bestemmia.
"
In questo momento, queste persone fanno meno male con gli scritti che con le
affiliazioni, gli intrighi e gli accaparramenti di posti; in maniera che la
maggior parte del nostro clero, in Svizzera, è corrotto sino al midollo
delle ossa. Da parte mia, faccio il possibile per ritardare almeno la marcia
di questa gente. Talvolta riesco, talaltra i miei sforzi sono impotenti, perché essi
sono molto scaltri, e il loro numero si chiama legione."
Saint-Martin e la Massoneria
Se il Willermozismo si appoggiava, per il reclutamento dei quadri inferiori,
sulla Massoneria, non era lo stesso per il movimento individuale di Saint-Martin.
Questi non ricercava che la qualità senza mai preoccuparsi del numero
ed ha sempre nutrito un disprezzo misto di pietà per i piccoli intrighi,
le piccole cabale e le meschinerie delle logge massoniche.
Certi massoni, per i quali un collare sostituisce l'erudizione, si sono immaginati
che Claude de Saint-Martin professasse per il suo maestro e per la sua opera
lo stesso distacco che ostentava per le logge inferiori. E' un errore derivato
dalla confusione dell'Illuminismo con la Massoneria. Per dimostrare a quali
ingenui errori possono arrivare coloro che giudicano senza seri documenti,
diamo un estratto della corrispondenza inedita di Saint-Martin, in merito a
questa questione:
”
Prego (il nostro F:.) di presentare e di far accettare le mie dimissioni dall'ordine
interiore, e di volermi far cancellare da tutti i registri e le liste massoniche
in cui posso essere stato iscritto dal 1785; le mie occupazioni non mi consentono
di seguire ormai questa carriera, non Io tedierò con un racconto particolareggiato
delle ragioni che mi costringono. Egli sa bene che togliendo il mio nome dai
registri non si farà alcun torto poiché non gli servo; sa del
resto che il mio animo non vi è mai stato iscritto; ora non è essere
legati, l'esserlo in figura. Lo saremo sempre, lo spero, come cohen, lo saremo
anche con l'iniziazione.-.... (Lettera inedita di Claude de Saint-Martin a
Willermoz indirizzata da Strasburgo il 4 luglio 1790 - Archivio del Supr. Consiglio
Martinista di Francia ).
Questo estratto è istruttivo sotto molti aspetti.
Innanzi tutto ci dimostra che Saint-Martin non fu iscritto in un registro massonico
che a cominciare dal 1785 e che solo nel 1790 si separò da quell'ambiente.
Come tutti gli illuminati francesi si era rifiutato di partecipare alla riunione
organizzata dai Filaleti e che si aprì il 15 febbraio 1785.
Non solo gli Illuminati francesi, ma anche Mesmer, delegato d'un centro d'Illuminismo
tedesco, e tutti i membri del Rito Scozzese Filosofico rifiutarono di partecipare
a quella riunione, nella quale Cagliostro fu messo in condizioni di provare
le sue affermazioni.
Ma se Saint-Martin riportava la Massoneria al suo vero compito, egli non cessò mai
di fare numerose iniziazioni individuali. Uno dei suoi allievi, Gilbert, fu
pure, più tardi, allievo di Fabre d'Olivet. Un altro dei suoi allievi
diretti, de Chaptal, fu nonno di Delaage, tanto che si può seguire storicamente,
in Francia, la traccia dell'Ordine Martinista ininterrottamente, e una delle
opere del cavaliere Arson ci descrive una organizzazione assai erudita di Martinisti
in pieno funzionamento nel gennaio 1818, cioè dopo la morte di Saint-Martin
e di Willermoz.
Opinioni sul Martinismo
Il numero dei Massoni che si sono opposti ai progressi dell'anarchia sorpassa
di molto il numero di coloro che li hanno favoriti. Nel 1789, il venerabile
d'una loggia martinista del Delfinato, apprendendo che alcuni briganti si erano
riuniti a dei coltivatori ingannati dal falsi ordini del re, per saccheggiare
e incendiare le case dei nobili nelle campagne, fece tutti gli sforzi possibili
per far cessare i saccheggi.
Cercò di infondere agli altri il suo zelo per la conservazione del diritto
di proprietà. Non si limitò di contribuire agli ordini severi
che vennero dati contro gli incendiari e i ladri; egli stesso guidò la
forza armata, combattè con essa e dimostrò sempre tanta intrepidezza
nelle azioni quanta purezza nei principi.
Opinione di J. de Maistre
Per quarant'anni almeno Joseph de Maistre è stato in intimi rapporti
con i Martinisti ed altri mistici: egli è penetrato nel loro spirito,
nelle loro teorie e nei loro progetti. Il suo giudizio ha dunque un grande
peso. Senza dubbio, rimprovera loro di detestare l'autorità, di aderire
a opinioni origeniste; ma avrebbe protestato se questi mistici cristiani, che
conosceva a fondo, fossero stati dei satanisti o dei luciferiani.
"
E' deplorevole che in Francia vi sono stati dei laici e anche dei preti tanto
ignoranti del carattere del Martinismo da confonderlo con la più assurda
delle sette moderne. Non bisogna confondere gli Illuministi tedeschi, discepoli
di Weishaupt e livellatori accaniti, con il "virtuoso discepolo di Saint-Martin
che non solo professa il cristianesimo, ma lavora a elevarsi alle sublimi altezze
di questa legge divina."
Questi uomini di desiderio pretendono di potersi innalzare sino alle sublimi
conoscenze dei primi cristiani.
Balzac e i Martinisti
Il curioso estratto che segue ci rivela che Balzac aveva appreso, quasi certamente,
in seduta d'iniziazione, la reale filiazione dell'Ordine Martinista.
"
La teologia mistica comprendeva l'insieme delle rivelazioni divine e la spiegazione
dei misteri. Questo ramo dell'antica teologia è segretamente restato
in onore fra noi. Jacob Boehme, Swedenborg, Martinez de Pasqually, Saint-Martin,
Molinos, le signore Guyon, Bourignou e Krudener, la grande setta degli Estatici,
quella de gli Illuminati, in diverse epoche, hanno degnamente conservato le
dottrine di questa scienza, il cui scopo ha qualcosa di spaventoso e di gigantesco."
Unione dei Martinisti e dei Rosa-Croce
La tendenza di questi ultimi Rosa-Croce è diffondere la teoria cabalistica dell'emanazione con le dottrine del Cristianesimo, tendenza che prepara la via all'unione dei Rosa-Croce con i Martinisti e gli Illuminati.
Il Martinismo contemporaneo
La Francia che, nell'Invisibile, è la figlia primogenita dell'Europa
e che, per conseguenza, deve sempre conservare il centro dello spirito iniziatico,
aveva visto la maggior parte delle logge massoniche allontanarsi da ogni sforzo
spirituale per racchiudersi nei compromessi nefasti della politica e per scendere
sempre più in basso sino a diventare dei centri attivi d'ateismo e di
materialismo.
Abbandonando lo studio dei simboli che dovevano trasmettere alle generazioni
future, facendo, col pretesto dell'anticlericalismo, una incessante guerra
ad ogni credenza nobile e ad ogni ricerca dell'ideale nell'umanità,
i massoni francesi divennero rapidamente indegni di essere annoverati nel numero
dei membri della grande famiglia massonica universale.
Fu allora che i maestri dell'Invisibile diressero la grande reazione idealistica
e fornirono al Martinismo il mezzo per prendere una considerevole estensione.
Come Martinez aveva adottato lo Swedenborghismo in mezzo al quale doveva agire,
come Saint-Martin e Willermoz avevano creato gli indispensabili adattamenti,
così il Martinismo contemporaneo ha dovuto adattarsi all'ambiente e
all'epoca, ma conservando all'Ordine il tradizionale carattere e il primitivo
spirito.
L'adattamento consistette soprattutto nell'unire strettamente l'opera di Saint-Martin
a quella di Willermoz. Così gli iniziatori liberi creando direttamente
altri iniziatori e sviluppando l'Ordine con l'azione individuale, qualificavano
troppo l'opera di Saint-Martin.
Ma i gruppi d'iniziati e d'iniziatori retti da un centro unico e ordinati gerarchicamente,
caratterizzavano il Willermozismo e dovevano essere oggetto di particolare
attenzione.
Ecco perché il Martinismo contemporaneo costituì, accanto agli
iniziatori liberi, il Supremo Consiglio, assistito dai Delegati Generali e
dai Delegati speciali, il quale amministra le logge e i gruppi sparsi attualmente
in tutta l'Europa e nelle due Americhe.
Non chiedendo ai suoi membri che piccole quote, senza diritti d'ammissione
all'Ordine, non esigendo alcun tributo regolare da parte delle logge al Supremo
Consiglio, il Martinismo è rimasto fedele al suo spirito ed alle sue
origini facendo della povertà materiale la sua prima regola.
In tal modo ha potuto evitare tutte le irritanti questioni di denaro che hanno
causato tanti disastri in certi riti massonici contemporanei; e così ha
potuto pretendere dai suoi membri un lavoro intellettuale sostenuto, creando
scuole, distribuendo i loro gradi esclusivamente per esame e aprendo le loro
porte a tutti a condizione di dar prova di una ricchezza Intellettuale o morale
qualsiasi e respingendo gli oziosi e i pedanti che pensavano di arrivare a
qualcosa con il denaro. Il Martinismo ignora le radiazioni per mancato pagamento
di quote e i suoi capi solamente sono chiamati a giustificare il loro titolo
partecipando, secondo il grado, allo sviluppo generale dell'Ordine.
Filiazione Martinista Saint-Martin, Chaptal, Delaage
Il passaggio del Martinismo ai gruppi che dovevano dargli l'estensione dell'epoca
attuale è avvenuto per mezzo di un modesto occultista che fu sempre
fedele a due grandi principi: la conservazione della tradizione iniziatica
dello spiritualismo, caratterizzata dalla Trinità e la difesa di Cristo
all'infuori di ogni setta. Sono i caratteri dell'Incognito a cui è stato
affidato il deposito sacro e Henri Delaage, poiché è di lui che
si tratta, preferì restare fedele alla sua iniziazione anzichè fondare
una nuova setta non tradizionale come fece Rivail (Allan Kardec).
Delaage spinse il rispetto del segreto sino al punto di non parlare dell' origine
della sua iniziazione nei libri e solo agli intimi amava parlare apertamente
del Martinismo, la cui tradizione gli era stata trasmessa dal nonno, de Chaptal,
iniziato da Saint-Martin. La lettera che segue giustificherà e proverà quanto
diciamo.
Società Astronomica di Francia
Parigi, 19 Gennaio 1899 Al Dott. Encausse
Caro Dottore,
Non ho difficoltà a ripetervi oggi per scritto quanto vi dissi ultimamente a viva voce a proposito di Henri Delaage. Ho avuto con lui frequenti relazioni dal 1860 al 1870 e mi ricordo che spesso mi ha parlato di suo nonno il ministro Chaptal e di Saint-Martin (il filosofo incognito) che suo nonno conosceva personalmente. Si era occupato, con Matter, della dottrina del Martinismo, sulla quale quest'ultimo autore ha pubblicato un'opera presso la Libreria Accademica Didier dove l'ho incontrato qualche volta.
firmato: Flammarion
Inoltre, ecco due estratti molto caratteristici di Delaage, circa l'origine
della sua iniziazione personale.
“
Uomo di tradizione, noi ci riallacciamo, con tutte le fibre del cuore, alle
sublimi istituzioni del Cristianesimo".
“
La tradizione o conoscenza profonda di Dio, dell'uomo e della natura, è grandemente
necessaria a tutti i popoli. L'uomo al quale essa è stata svelata nell'iniziazione
e che incomincia a rivelarla per renderla visibile a tutti gli occhi, palpabile
a tutte le mani, deve preoccuparsi di scegliere dei simboli, delle allegorie,
dei miti che siano in relazione con i costumi, la natura, le conoscenze del
popolo che egli aspira a dotare del prezioso beneficio della Verità.
Altrimenti la rivelazione non rivelerà niente all'intelligenza nè al
cuore; inoltre, se esiste qualcosa capace di istupidire un uomo e di farne
un perfetto cretino è mettergli sulle labbra e dinanzi agli occhi dei
simboli di cui non afferra il senso, poiché, quando si comanda all'intelligenza
di conservare nella sua memoria delle cose incomprensibili inevitabilmente
si impone allo spirito l'ordine di suicidarsi. Abbiamo posto in linea di massima
che all'inizio del mondo il peccato aveva abbrutito l'uomo avviluppando l'anima
d'organi limitati e materiali che potevano metterla in relazione con le creature
finite della terra, ma troppo limitate per consentirgli di essere, come prima
della caduta, in diretto rapporto con Dio. Quindi, la lotta dell'iniziato contro
gli elementi della Natura, sollevati contro l'uomo decaduto: la terra su cui
egli trionfa penetrando nel suo seno; l'acqua, traversandola; il fuoco, passandovi;
l'aria dimorandovi impassibilmente sospesa; quindi anche la lotta con la propria
carne che, con il digiuno e la castità, egli riduce in schiavitù;
infine, la rinascita della sua anima alla potenza e alla luce della vita."
Alcuni mesi prima di morire, Delaage volle consegnare a un altro il seme che
gli era stato affidato e da cui non riteneva di poter estrarre alcun frutto.
Povero deposito, costituito da due lettere e alcuni punti, riassunto della
dottrina dell'iniziazione e della trinità che aveva illuminato tutte
le opere di Delaage. Ma l'invisibile era presente e fu egli stesso che si incaricò di
riallacciare le opere alla loro reale origine e di consentire a Delaage di
affidare il suo seme a una terra in cui poteva svilupparsi.
Le prime iniziazioni personali, senz'altro rituale che la trasmissione orale
di due lettere e alcuni punti, ebbero luogo dal 1884 al 1885, in via Rochechouart.
Di là vennero trasferite in via Strasburgo dove videro la luce i primi
gruppi. La prima loggia si tenne in via Pigalle, dove Arthur Arnold fu iniziato
e intraprese così il cammino che doveva allontanarlo definitivamente
dal materialismo. La loggia fu poi trasferita in un appartamento in via della
Tour d' Auvergne dove le tenute d'iniziazioni furono frequenti e fruttuose
dal punto di vista intellettuale. I quaderni videro la luce (1887 - 1890) e
fu allora che Stanislas de Guaita pronunciò il suo bel discorso iniziatico.
Da questo momento i progressi sono rapidissimi.
Il gruppo esoterico, la Libreria del Meraviglioso, creata e diretta da un laureato
in legge, membro fondatore della loggia: Lucien Chamuel, videro successivamente
la luce e nel 1891 il Supremo Consiglio dell'Ordine Martinista veniva costituito
in un locale riservato alle tenute e alle iniziazioni, in via Treviso 29,
poi in via Bleue e infine in via Savoia.
Poi l'Ordine costituì delegati e logge dapprima in Francia e in diversi
paesi d'Europa, poi nelle due Americhe, in Egitto e in Asia.
Tutto ciò è stato ottenuto senza che un Martinista abbia mai
pagato una quota qualsiasi, senza che una loggia abbia mai fornito un regolare
tributo al Supremo Consiglio. I fondatori hanno consacrato tutti i loro guadagni
alla loro opera e il Cielo li ha degnamente ricompensati dei loro sforzi.
Ciò che distingue particolarmente l'iniziazione di Martinez, è l'apparizione,
sin dal primo grado dei cohen, del ternario. Ci sono tre colonne di colore
differenti, dominate da una grande luce. Questo ternario, unificato nel quaternario,
si sviluppa armoniosamente negli altri gradi. Nel secondo grado, la storia
della caduta e della reintegrazione è presentata al recipiendario e
i gradi seguenti servono ad affermare la riconciliazione della creatura con
il suo creatore.
Tutti questi particolari sono necessari poiché i quaderni martinisti
contemporanei sono stati stampati nel 1887 e solo otto anni più tardi
gli antichi catechismi delle logge lionesi pervenivano al Supremo Consiglio
a dimostrare l'integrità della tradizione da Martinez sino ad oggi.
Carattere del Martinismo contemporaneo
Derivando direttamente dall'Illuminismo cristiano, il Martinismo doveva adottarne
i principi. Ecco perché le nomine sono fatte esclusivamente dall'alto
in basso, il Presidente dell'Ordine nomina il Comitato Direttivo, il quale
designa i membri del Supremo Consiglio e i delegati generali e amministra gli
affari correnti; i delegati generali nominano i capi delle logge i quali designano
i propri ufficiali e sono maestri delle loro logge. Tutte le funzioni sono
ispezionate direttamente dal Supremo Consiglio per mezzo degli ispettori principali
e degli ispettori segreti. Tale è il riassunto di questa organizzazione
che ha potuto, senza denaro, espandersi considerevolmente e resistere sino
ad oggi a tutti i tentativi di accaparramento tentati successivamente da diverse
confessioni e soprattutto dal clericalismo attivo. L'Ordine ha resistito a
tutto, anche alla calunnia che definiva i suoi membri sia degli inviati dei
Gesuiti, sia dei sostegni dell'Inferno o dei maghi neri. Ogni volta i capi
sono stati prevenuti dei tentativi fatti e dei mezzi per evitarli ed ogni volta
il successo è venuto a confermare l'alta origine delle segnalazioni
fornite.
Il Martinismo dunque si ricongiunge attraverso i suoi capi del Supremo Consiglio
all'Illuminismo cristiano. Nel suo complesso l'Ordine è soprattutto
una scuola di cavalleria morale, che si sforza di sviluppare la spiritualità dei
suoi membri con lo studio del mondo invisibile e delle sue leggi, con l'esercizio
della dedizione e dell'assistenza intellettuale e con la creazione in ogni
spirito di una fede tanto più solida in quanto basata sull'osservazione
e sulla scienza. Il Martinismo costituisce dunque una cavalleria dell'Altruismo
opposta alla lega egoista degli appetiti materiali, una scuola nella quale
si impara a ridare al denaro il suo vero giusto valore di sangue sociale, e
a non considerarlo un influsso divino, infine un centro nel quale si impara
a restare impassibili di fronte ai turbini positivi o negativi che sconvolgono
la Società! Formando il nucleo reale di questa università vivente
che rifarà un giorno il matrimonio della Scienza senza divisione con
la Fede senza epiteto, il Martinismo si sforza di rendersi degno del proprio
nome creando scuole superiori delle scienze metafisiche e fisiogoniche sdegnosamente
escluse dall'insegnamento classico con il pretesto che sono occulte.
Così gli esami istituiti in queste scuole vertono sul simbolismo di
tutte le tradizioni e di tutte le iniziazioni, sulle chiavi ebraiche e sugli
elementi della lingua sanscrita, che consentono ai Martinisti che hanno subite
queste prove di spiegare la loro tradizione a molti massoni titolari di alti
gradi e dimostrare che i discendenti degli Illuminati sono rimasti degni della
loro origine.
Tale è il carattere del Martinismo e si capisce che è impossibile
ritrovarlo integralmente in ogni membro dell'Ordine che rappresenta un adattamento
particolare di questi fini generali.
Ma quest'epoca di scetticismo, d'adorazione della fortuna materiale e d'ateismo
aveva tanto necessariamente bisogno di una reazione veramente cristiana, indipendentemente
da tutti i cleri, siano essi o cattolici o protestanti, e legata soprattutto
alla Scienza che, in tutti i paesi dove è penetrato, il Martinismo ha
salvato dal dubbio, dalla disperazione e dal suicidio, molte anime: ha riportato
alla comprensione del Cristo molti animi che le manovre clericali e il loro
scopo d'adorazione a Cesare, avevano allontanato da ogni fede. Dopo di ciò,
che si calunni, che si diffami o che si scomunichi il Martinismo, che importa!
La Luce attraversa anche i vetri sporchi ed illumina tutte le tenebre fisiche,
morali o intellettuali.
Gli avversari del Martinismo e le loro obiezioni
Malgrado le sue deboli risorse materiali, i progressi dell'Ordine Martinista
furono rapidi e considerevoli.
Così il suo successo suscitò tre generi di avversari.
1) I materialisti atei che rappresenta molto bene il Grande Oriente di Francia;
2) I clericali;
3) Tutte le società e tutti gli individui che combattono Cristo e
cercano di sminuire la sua opera, apertamente od occultamente.
Quindi una ridda di obiezioni, di sottintesi che è necessario indicare
per permettere ai membri dell'Ordine di distruggerli.
I materialisti
I materialisti, dopo aver accusato i Martinisti d'essere dei Gesuiti, degli
alienati, dei "sognatori di un'altra età che non potrebbero far
nulla in questo secolo dei lumi e della ragione", sono stati messi in
agitazione dai rapidi progressi di quest'Ordine ed hanno tentato di copiare
l'organizzazione dei "Gruppi martinisti" senza riuscirvi; poiché essi
hanno sognato di fare dei "gruppi di giovani atei" collegati al sistema
elettorale del Grande Oriente.
E' allora che ci si è preoccupati della questione del denaro. Un Ordine
che procedeva così presto, doveva fruttare molto ai suoi fondatori.
Quanto versavano al mese i membri? Nulla..- Quanto costavano i documenti dei
delegati? Nulla... Chi pagava le spese di stampa, della corrispondenza, del
segretariato e dei diplomi necessari per mettere in movimento un tale organismo?
I Capi.
Dunque non si poteva più accusarli di trarre un profitto qualsiasi da
un movimento al quale essi consacravano la maggior parte dei loro redditi.
Così le "persone pratiche" finiscono per credere che i Martinisti
sono pur sempre convinti.
Clericali
Gli attacchi dei clericali sono più perfidi e più scaltramente
presentati. Lasciando da parte ogni questione materiale, se la prendono con
Io spirito e, nonostante tutte le affermazioni e le evidenze contrarie, è impossibile
per loro ammettere che gli occultisti, e il vostro servitore in particolare,
non dedichino al diavolo qualche segreto culto. I Martinisti quindi devono
nascondere le loro intenzioni, e queste persone, che osano difendere Cristo
rimettendo al suo posto il clero che lo vende tutti i giorni ai mercanti del
tempio, si dedicano, secondo questi buoni clericali, alle più terrificanti
evocazioni di Satana ed ai suoi più illustri demoni.
E' strano quanto sia difficile far entrare nella testa di un redattore di un
giornale di sagrestia, l'idea che il clero e Dio possano agire indipendentemente
l'uno dall'altro e che si può perfettamente ammettere la bontà di
Dio e la rapacità materiale del clero che vuol far credere di agire
in suo nome, senza confonderli un istante. Attaccare un inquisitore, secondo
il loro parere, significa attaccare Dio stesso.
Alto là!
I Martinisti vogliono essere dei cristiani liberi da ogni legame clericale
e le accuse di Satanismo faranno loro alzare le spalle, chiedendo il perdono
del Cielo su coloro che li calunniano ingiustamente.
Racconteremo nuovamente, a questo proposito, la gigantesca farsa composta da
Leo Taxil sul tema degli "occultistes diabolisants"? Mostreremo nel
suo vero aspetto la funambolesca società segreta del Laborum della quale
possediamo gli esatti nomi di tutti i dignitari? Diremo in che modo Io stesso
Taxil debba essere disposto a preparare una nuova mistificazione basata sulla "massoneria
delle donne"? A che serve?
Non è meglio lasciarsi insultare, calunniare, denigrare in ogni modo,
senza rispondere diversamente che con il perdono e la dimenticanza?
Ogni nuovo attacco, essendo ingiusto e vile, vale al Martinismo un nuovo successo
e non resta mai senza ricompensa. Ecco il vero maneggio delle leggi occulte
e il vero uso delle facoltà spirituali dell'uomo.
Quando accusiamo gli scrittori clericali di burlarsi allegramente del pubblico
ingenuo che ingoia i loro rospi e di usare procedimenti polemici indegni di
un autore che si rispetti, si potrebbe credere che ci sia da parte nostra una
animosità qualsiasi e una tendenza all'esagerazione - Così ci
accingiamo a mettere i nostri lettori in grado di giudicare qualcuno di questi
procedimenti.
Scegliamo l'ultima perfidia apparsa. L'autore, certamente, sarà ben
felice d'essere presentato al pubblico. E' un tale di nome Antonini, professore
all'Istituto Cattolico di Parigi, e il suo libro si intitola la Doctrine du
Mal. Si parla di Satana, di Lucifero, del Diavolo e del suo culto là dentro,
voi non potete farvene un'idea! Tuttavia gli manca l'estro di quell'eccellente
Taxil, è scialbo e senza immaginazione. Non abbiamo più il buon
Bitru, a cui Taxil staccò un pezzo dell'appendice caudale per offrirlo
ai Gesuiti che l'accettarono con riconoscenza. E' beninteso che gli occultisti
(segnatevi), e in particolare il vostro servitore, passano parte del loro tempo
in compagnia del Diavolo a fare anagrammi di cui Antonini stenta a trovare
la chiave. Ma vediamo un pò un campione di questa prosa.
"
Aulnay, Eliphas Levi, Desbarolles, de Guaita, per non citare che questi iniziati,
riconoscono che Luce astrale significa Luce della terra, detta astrale perché la
terra è un astro.
Su che cosa si basa una allegazione così strana?
"
La dichiarazione degli iniziati passa generalmente inosservata, ovvero fa sorridere.
E tuttavia essa costituisce la confessione più grave e più concludente
del loro Satanismo.
"
Poiché essi chiamano la terra un astro perché racchiude LA GRANDE
STELLA CADUTA DAI CIELI così come l'Apocalisse chiama Lucifero l'arcangelo
che porta la luce e precipitato nel Fuoco centrale della terra per aver voluto
rendersi uguale a Dio." (Doctrine du Mal, pag. 13)
Luce astrale vuol dire luce della terra
Il signor Antonini che si prende tanta pena per citare le parole esatte dei
suoi autori non ha cercato di giustificare la citazione presente con una vera
relazione, perché è semplicemente idiota!
Se la cava inventando la citazione che gli consentirà di dire le allegre
cose che seguono:
“
La Terra che racchiude una stella! O miei professori d'astronomia! Dov'è questo
Sole; poiché una stella è un sole, a dar retta al mio buon amico
e maestro Flammarion, dov'è, questo sole, caduto nella Terra, allorchè deve
essere più grosso d'essa, dov'è, questo mostro di sole che non
si vede più?.......
Questo Sole, Signore e Signori, è un arcangelo; quest'arcangelo è Lucifero
e Lucifero sta nel fuoco centrale della Terra e la Terra non è scoppiata
nel ricevere questo nuovo Sole nel suo seno!"
Ed ecco in che modo gli occultisti confessano d'essere Satanisti!
E' molto semplice ed è questa la roccia sulla quale Antonini costruisce
la sua argomentazione. Non si potrebbe essere più cortesi.
Gli avversari del Cristo
Se i clericali accusano i Martinisti di evocare Satana o qualche altro demonio
in sedute segrete che non sono mai esistite se non nella loro fervida immaginazione,
al contrario altre società che pretendono di studiare l'occultismo e “sviluppare
le facoltà latenti nell'uomo", senza credere del resto all'esistenza
del diavolo, fanno circolare ipocritamente delle circolari confidenziali nelle
quali accusano i Martinisti di passare il tempo praticando la “Magia
Nera".
Ora la pratica della magia nera consiste nel fare il male coscientemente e
vigliaccamente, e nulla è più lontano dal fine e dai procedimenti
essenzialmente cristiani dei Martinisti di ogni tempo, vecchi e moderni. I
Martinisti non esercitano la magia, sia bianca che nera.
Essi studiano, pregano e perdonano le ingiurie.
I Rosa-Croce spesso hanno dovuto combattere degli stregoni che abusavano dell'ignoranza
e dello scetticismo contemporanei per cercare scioccamente di esercitare i
loro talenti su vittime innocenti.
Ogni volta, i Rosa-Croce hanno apertamente avvisato gli individui che essi
erano dediti "al battesimo della Luce" e che hanno combattuto con
la preghiera. Ma i Martinisti, non appartenendo alla Rosa-Croce, non hanno
mai avuto da difendere collettivamente nessuna altra causa all'infuori di quella
della verità ed essi hanno agito sempre apertamente, pubblicando tutti
gli atti e tutte le decisioni loro.
Invece coloro che diffamano nell'ombra e si nascondono quando si vedono scoperti,
coloro che scrivono circolari ipocrite e che calunniano nascostamente i Martinisti,
della lealtà dei quali hanno paura, costoro non meritano che pietà e
perdono, e, quando si vedono le facoltà latenti manifestarsi con tali
procedimenti, si è portati a mostrare a questi uomini che la magia nera
comincia dalla diffamazione anonima che, nel piano mentale, è generatrice
di larve kama-manasiche, come la bassa stregoneria del contadino analfabeta
nel piano astrale. A buon intenditore, salve!
Dott. Gerard Encausse (Papus) 1899